La calda estate

18.07.2013 14:35

LA CALDA ESTATE

 

Tu Roberto, eri un giovane di bell'aspetto, occhi chiari color del cielo, naso leggermente aquilino, eredità di famiglia e corporatura atletica, formata in lunghi anni di pesca, attività che dava da vivere a te e ai tuoi anziani genitori.

Non avevi mai avuto tempo di pensare al divertimento e, meno che mai, a farti una famiglia. Forse non avevi ancora incontrato la persona giusta.

Abitavi con i tuoi in una casetta in riva al mare, mezza storta come se fosse stata colpita da un albero caduto sul tetto in un lontano passato e mai più aggiustato.

La porta era scrostata per l’uso e le persiane quasi completamente distrutte dalle intemperie. Vivevate nella miseria ma felici, avevate una natura serena e laboriosa.

Ti alzavi quando faceva ancora buio e, mentre l'alba si faceva ancora attendere con i suoi meravigliosi colori, tu, con la sua attrezzatura, ti dirigevi al largo per lanciare le reti, attendendo poi, nella speranza, di fare una buona pesca.

Al mercato ti pagavano poche lire al chilo il pesce fresco, ma tanto bastava al sostentamento della tua famiglia. Un giorno, mentre rientravi dalla battuta di pesca, vedesti in lontananza una ragazza, seduta in disparte sulla spiaggia e assorta nei suoi pensieri. Notasti che era di bell'aspetto, capelli neri lunghi sulle spalle e la fessura degli occhi che apriva un mondo incantato.

Ne rimanesti affascinato e, anche se non conoscevi ancora l'amore, sentisti come una fitta al cuore, la natura si stava risvegliando nel tuo essere e quell’immagine ti attirava come una calamita.

Avevi la cesta del pesce da consegnare ai banchi di vendita, ma in quel momento dimenticasti persino di essere vestito miseramente e, quasi inconsciamente, ti avvicinasti alla ragazza.

Lei, assorta nei propri pensieri e in atteggiamento quasi estatico, con il viso che emanava una luce straordinaria, nel sentire i tuoi passi avvicinarsi si destò quasi di soprassalto e ti guardò con interesse. Tu ti avvicinasti con titubanza, indeciso nei gesti e paventasti un’accoglienza poco gradita.

La ragazza, dal canto suo, sorrise all'idea dell'incontro e stava facendo progetti di conquista a tua insaputa. Tu, avvicinandosi, la salutasti e presentandoti, le chiedesti il nome. “Franca”, rispose lei come in sogno, e allungò una mano in segno di saluto, invitandoti accanto.

Come un brivido, l'emozione passò nelle vostre menti e vi guardaste come se, nessuno dei due, avesse mai incontrato l’essere della propria vita. Eravate attratti uno dall'altra come da una forza cosmica, il vostro destino sembrava già segnato nelle vie celesti.

Mentre le mani s’intrecciavano dietro al collo, vi baciaste unendo labbra timide e impetuose che si fusero nel mare di sentimenti divenuti uniti. Il tempo si fermò, estatico sui vostri cuori. Furono momenti di gioia profonda, le tue mani scorrevano alla scoperta d’intimità inesplorate e quando tu, ti soffermasti sui candidi seni sentendone il sussulto, vi uniste nell'estasi dell'amore. Il sole sorrideva illuminando il più grande amore mai apparso sulla terra. Furono momenti di grande commozione, nessuno di voi aveva mai provato simili dolcezze e con gli occhi chiusi rimaneste ad ascoltare il vostro cuore battere, incuranti di un presente che diveniva passato.

Purtroppo vi era un’impellenza da portare a termine e tu, Roberto dovesti compiere il tuo dovere.

Vi salutaste con il tumulto nell’anima, con la promessa di rivedervi il giorno dopo, nello stesso punto e alla medesima ora.

Il giorno passò in meditazione. Tu ascoltavi la tua voce e rivedevi i suoi occhi che riflettevano la luce inondando l’anima. Un simile languore, mai provato, rendeva il ricordo bruciante e vivificante. Sentivi il tuo spirito innalzarsi a vette sconosciute, e ti sentivi leggero come l’aria.

Lei dal suo lettino sognava le stelle, dove s’innalzavano i suoi canti d’amore.

Stavate vivendo una storia eccezionale senza temere il futuro o le conseguenze.

Vi rivedeste per molti giorni e vi amaste fino alla follia, scoprendo continuamente voi stessi e il vostro cuore sempre più innamorato, sino al giorno in cui tu dovesti partire. E furono pianti d’immenso dolore e strilla che colpivano il cuore. Il popolo assistette immobile a quanto vi succedeva senza poter fare nulla. Voi due giovani dovevate trovare da soli la vostra strada. Tua madre, Roberto, dovette vender ogni suo piccolo avere per pagare il tuo viaggio in terre lontane. Furono giorni di disperazione. Franca non riuscì più a camminare dal dolore che l’aveva colpita e rimase lungamente a letto, in attesa di un tuo ritorno, che avvenne dopo anni di lontananza.

E si consumò d’amore e pianse lacrime amare. Nemmeno una lettera le inviasti ma lei ignorava che tu non sapessi scrivere. Andasti per paesi lontani alla ricerca di una fortuna a molti negata ma a te assegnata. E imparasti cose sconosciute a molti e conservate in archivi lontani. Le persone che incontrasti ebbero fiducia in te e si dedicarono alla tua istruzione che divenne sempre più raffinata con il passare degli anni. E mentre Franca si consumava d’amore sul suo letto tu, ottenevi onorificenze e ricchezze. Sembrava che ti fossi dimenticato di lei, attorniato com’eri di ragazze esotiche di notevole bellezza, ma in cuor tuo sapevi che nessuna poteva eguagliarla.

Facesti conoscenze straordinarie e diventasti un personaggio ricercato. Nel paese dei sogni ottenesti la carica di ambasciatore. Ti facesti crescere la barba come segno di saggezza e raggiungesti gli estremi confini del mondo. Lei sembrava dimenticata per sempre. E si struggeva invecchiando di dolore. Aveva un cuore pieno d’amore non donato e soffriva di questa sua impossibilità. Ti parlava nelle lunghe notti di veglia e calde lacrime le solcavano le povere gote. Era diventata l’ombra di se stessa. Tu stavi ingrassando di successo e lieti pranzi, attorniato da dolci mani che si allungavano sulle tue carni fragili. E trovasti conforto e felicità anche lontano da lei. Ti giunse la notizia tragica della morte di tua madre e dovesti rientrare nella tua misera casa paterna. Avevi un seguito che solo un re poteva avere e suscitasti invidia tra il tuo popolo dimenticato.

Portasti con te libri antichi che contenevano verità, mai espresse. Parlavi una lingua sconosciuta e non fosti riconosciuto da nessuno. Tutti ti osservavano discreti e lontani, nessuno avrebbe mai immaginato che dietro quella lunga barba che ormai toccava il petto si nascondesse l’umile pescatore di un tempo lontano. La rivedesti come in sogno e ti apparve eterea tra la folla curiosa.

Lei ti riconobbe dal colore degli occhi e svenne dall’emozione. La sollevasti con le tue potenti braccia e la portasti nella tua reggia dorata, sdraiandola su morbidi crini e vestendola con ricche sete orientali. Divenne la tua nuova concubina. Accettò con amore questo ruolo sconosciuto. La tua sola vicinanza le creava il piacere di vivere ancora. Aveva troppo sofferto in quei lunghi anni di tua assenza e ora, averti ritrovato, la ripagava di tutte le sofferenze patite.

Ora le sue lacrime avevano ragione di esistere, poiché a sera la stringevi tra le braccia e la amavi come solo lei ricordava fosse possibile. E riviveva lontane sere di un antico agosto infuocato sul mare rivedendo un giovane spensierato bello ma povero che faceva il possibile per renderla felice.

Rivivevi l’amore con la passione di un tempo e sentivi dentro la tua coscienza che qualcosa si era allontanato. Avevi vissuto avventure straordinarie e imparato lingue e cose sconosciute. Avevi conosciuto anche amori diversi che si erano stampati nella tua mente offuscata da tanto splendore.

Un giorno, quasi per incanto, ritrovasti te stesso. Non avresti potuto spiegare come fosse successo, fu il pensiero di tua madre in lacrime che risvegliò i tuoi sentimenti. Piangesti a lungo tra le braccia di Franca che fiduciosa attendeva di ritrovarti. Il suo amore aveva superato ogni difficoltà sia di tempo che di attese. Aveva condiviso il letto che le apparteneva di diritto, ingoiando bocconi amari, viveva accanto a donne di colore, ombre sbiadite di una femminilità dimentica del suo ruolo principale. Lei ti diede un figlio con l’amore universale che vi univa e tu, alzandolo al cielo lo donasti a Dio, unico Signore del cielo e della terra.

Spiegasti il Vangelo a lei e al suo popolo, ritrovasti la gioia della vita. Tuo figlio ti fece rivivere esperienze dimenticate da molto tempo. Giocare con lui sulla spiaggia e correre all’impazzata e con la mamma amarsi rotolandosi sull’arena che vi avvolgeva mescolandosi al vostro sudore. Vivesti anni di felicità senza chiedere nulla a nessuno, avevi tutto il necessario e Franca ti era felicemente al fianco.

Il tuo paese ricominciò ad attirare la tua attenzione e, mentre predicavi la verità, trovasti il tempo di riflettere sulla tua vita. Camminasti a lungo seguendo sentieri sconosciuti e incontrando persone semplici. Portavi ovunque la parola diffondendo il sacro verbo e fosti accolto con ogni onore.

Ti trovasti a fare le stesse cose di Gesù in un lontano tempo. Diffondevi il tuo sapere tra i pescatori che, meravigliati da tanta conoscenza, ti seguivano senza timore.

Franca aveva imparato ad assisterti e il bimbo, che sempre era al tuo fianco, crebbe nella sapienza.

Furono anni fulgidi e avesti stima e onorificenze. Solo chi non conosceva le scritture ti evitava e ti formasti nemici giurati tra questi individui non credenti che cercarono in ogni modo di togliere ogni tuo credito presso il popolo. Incominciò il periodo della sofferenza spirituale. La conoscenza aveva i suoi limiti e la gente capiva solo davanti a prove certe, i miracoli ancora non li sapevi compiere e lentamente si allontanarono tutti lasciandoti solo con la tua piccola famiglia. Tornasti presso il popolo lontano dove ancora si ricordavano delle tue gesta e fosti accolto con tutti i clamori.

Franca accanto a te era l’immagine della felicità e fu abbracciata dal popolo intero che vi vollero innalzare all’onore regale, e diventasti il loro imperatore. La reggia in cui vivevate era immensa come struttura e ogni lato era ricoperto d’oro. Avevi vesti di broccato e Franca portava sete tempestate di diamanti.

Fu il periodo più bello della tua vita. Il ruolo che copristi ti diede l’opportunità di mettere in pratica il verbo e ci provasti con tutte le tue capacità.

Gli anni passarono mentre la popolazione prosperava seguendo i tuoi insegnamenti. Tutti ebbero un lavoro e una vita dignitosa e ti ringraziarono portando la tua effige stampata nel cuore.

Tuo figlio cresceva ed era ormai quasi uomo. Incominciasti a sentire il peso degli anni e la malinconia del tuo paese. Sapevi che sarebbe stato impossibile ritornare indietro ma vi anelavi con tutte le tue forze. Solo Franca rimaneva con piacere senza rimpianto alcuno. La sua terra aveva lasciato profonde ferite mai rimarginate e nessuna forza l’avrebbe strappata dalla sua residenza dorata. Qui aveva vissuto anni stupendi e cresciuto un figlio meraviglioso. Osservando dalla reggia le lontane cime imbiancate di neve, sognava una vita diversa, lontano da ogni onore e clamore. Mai sarebbe però ritornata alla sua terra di origine e solo un evento eccezionale l’avrebbe indotta a cambiare opinione. Questa si presentò quando tu fosti invitato come imperatore a raggiungere il seggio delle Nazioni Unite. E fu un momento di gloria immensa per la tua nazione e famiglia. Tuo figlio ti accompagnò come consulente e Franca aspettò il tuo ritorno in gioiosa attesa. Non vedeva l’ora di poterti abbracciare. Aveva passato la vita amandoti o attendendoti e aveva conosciuto solamente te. Il tuo amore le aveva riempito la vita e lei ne era soddisfatta. Passato il periodo delle folli notti, era in attesa di giorni radiosi. Aveva un figlio da sistemare e l’orgoglio di vederlo accanto a te la riempiva di gioia. I capelli si erano striati d’argento e piccole rughe costellavano lo sguardo sincero che ancora avevi. Solo la pelle era diventata più scura e ora assomigliavi alla tua nuova gente che ti aveva accolto. Il paese prosperava sotto il tuo comando e tutti si chiedevano quale forza ti avesse guidato. Al discorso di saluto parlasti del verbo e del suo contenuto, le parole di amore che portavi fecero un grande effetto su tutti i delegati. Fosti dichiarato persona dell’anno.

Avevi meritato il plauso di ognuno e ritornasti a casa tua con pensieri ancora più profondi.

I tuoi maestri erano scomparsi da qualche tempo, lasciando un vuoto incolmabile dentro la tua anima e quando anche Franca ti lasciò, non per volontà, ma per malattia, piangesti lungamente lacrime di dolore. Fu il periodo più buio della tua vita. Tuo figlio, ormai adulto si allontanò dalla famiglia, com’era suo dovere, e si fece onore nel mondo, non per essere tuo figlio ma per la propria capacità di esistere. E condusse una vita morigerata e di meditazione, diventando un guaritore di folle.

E tu, Roberto finisti i tuoi giorni tra lo splendore del tuo regno, amato e osannato dalle folle, e fosti posto sulla rupe più alta, quella che amavi intensamente, accanto alla tua amata Franca e insieme compiste l’ultimo grande viaggio attraversando i pascoli di un cielo limpido e costellato di stelle, lasciando dietro di voi una cometa d’amore e di gioia.

 

Roberto Gianolio

Genova  21/02/1943

Via         F. Brighindi 101  03100 Frosinone

Cell.       3894883144

Sito         https://roberto-gianolio.beepworld.it

 

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