Maria Stampata sulla VIII Antologia della Montegrappa edizioni

È quasi l’alba, da lontano sento il dolce sciabordio delle onde sull’acciottolato di una spiaggia formata principalmente da sassi e poca sabbia fine.

Dall’albero, che si staglia orgoglioso innanzi alla mia finestra, canta un usignolo mentre il rumore dei motori che rombano sull’autostrada che scorre dietro casa copre a tratti il dolce suono mattutino.

Mi rigiro nel letto senza la voglia di alzarmi e mi abbandono a una pigrizia consolatrice di giorni faticosi senza rendermi conto che è Domenica, ripenso alle lunghe ore di studio intenso e a tutto quello che ancora devo fare, a volte mi manca il coraggio di soffermarmi su alcuni passi ancora irrisolti, poi mi rendo conto che la lezione del mercoledì è sufficientemente lontana per appropriarmi della capacità necessaria.

Sono le sei e quaranta, “I miei genitori dormono”, penso, poiché non sento alcun rumore giungere dalla cucina o dal bagno.

Mi alzo sonnacchioso ma curioso di vedere il nuovo giorno come si presenta e piano piano mi affaccio al balcone del nostro appartamento che ha la vista sul mare di Genova-Prà allo svincolo autostradale di Voltri e con piacere noto che le onde sono piccole e il sole si sta affacciando imperioso su quella superba visione marinara.

Da lontano le barche dei pescatori stanno lentamente rientrando e le eliche dei motori lasciano una spuma biancastra sulla quale si affollano alcuni uccelli di mare simili alle folaghe.

La vita sulla via Aurelia, che scorre lungo il litorale, si va via via animando dai lavoratori che si affrettano ai turni dell’Italsider o dell’Ansaldo-San Giorgio mentre altri mollemente si avviano a piedi verso casa stanchi della nottata trascorsa, qualche automobile sfreccia verso ponente e levante.

Il tram, che porterà al lavoro molte persone, stride sulle rotaie lucenti ai primi bagliori del sole.

Nessuno sulla spiaggia si prepara per fare il bagno mattutino, un vecchio pescatore sta ricucendo le reti che ormai hanno la sua età e lentamente aspira qualche boccata, tra un tiro di filo e l’altro, da una sigaretta arrotolata qualche momento prima.

La mia mente si sta vagamente svegliando e il piacere della gioventù sta prendendo il sopravvento sulla giornata che si presenta lucente e affascinante.

Un cane abbaia da lontano, un contadino sta organizzando il lavoro nel suo orto seguito da un bimbetto piagnucoloso che forse si aspettava qualche divertimento reso impossibile dalla situazione familiare di quella povera famiglia.

Una lucertola si sta godendo il sole in attesa di qualche bocconcino vicino alla ringhiera del mio balcone e le prime farfalle cavolaie con il loro colore bianchissimo svolazzano intorno ai gerani che mamma coltiva con amore.

Osservo con curiosità alcune giovani ragazze che scendono lungo la discesa di via Porrata e compiaciuto noto la biondina cui da qualche tempo faccio il filo, ma cautamente cerco di non farmi notare.

Penso che stiano per andare alla Messa del primo mattino poiché evidentemente hanno organizzato qualcosa per la giornata attuale.

Guardo l’orologio appeso al muro del salotto, sono quasi le sette e ancora non ho fatto progetti per la giornata, con Maria non ci siamo sentiti e comunque penso sia meglio, così non m’impegno troppo, siamo ancora abbastanza giovani da farlo seriamente, vedo il suo passo sicuro e spavaldo con un vestitino di cotone a fiori che mette in risalto le sue giovani forme armoniose e, le sue amiche, di cui alcune non conosco, formano una piacevole corona attorno a lei.

Maria, Maria …

Quanti sogni e quanti pensieri si affollano alla mente.

Le note della Sonata di Liszt si affollano confusamente alla mia mente e le parole del mio maestro mi risuonano felicemente: “ …si sente dal tuo modo di suonare che sei innamorato…”.

A volte penso: “ macché innamorato “ ma subito dopo mi pento di questo pensiero poco veritiero.

Maria, Maria…

Un pensiero mi viene in mente, quasi quasi vado a suonare il pianoforte, ma subito mi do del matto, a quell’ora della mattina, di Domenica poi!

Prendo una decisione repentina, mi vesto e vado a Messa anch’io, così ho la possibilità di incontrarla e… non si sa mai.

Maria, Maria…

Cerco qualcosa da mettermi di piacevole a vedersi, poiché penso alle ragazze che non conosco e non posso far fare brutta figura a Maria, ma non trovo niente a portata di mano.

Quasi disperato penso di svegliare mamma che con la sua premura ha sempre pronto qualche capo di abbigliamento, quanto mi serve, ma sono le sette di mattina, che devo fare?

Ci rinuncio e per consolarmi penso di andare a fare una nuotata mattutina per rinfrescare la mia mente che va lentamente annuvolandosi.

 Sento che il tempo estivo improvvisamente va cambiando e minacciose nubi scure si avvicinano velocemente dal mare che scintillava pochi minuti prima. Sono le sette e quindici, il tempo cambia improvvisamente e gli uccelli lanciano i loro strilli avvisando le persone che il tempo cambia, sembra che dicano: “ sbrigatevi, dunque vi bagnate tutti sotto un’improvvisa pioggia a gocce grosse che tra poco scenderà dal cielo annuvolato “.

Hanno ragione questi uccelli marinari, l’acqua improvvisamente cade a gocce grosse e l’aria si riempie di odori estivi.

Gli alberi lontani si piegano sotto un vento improvviso, è il maestrale che viene dal mare, ma non fa freddo poiché siamo d’estate.

Il mio albero vicino invece si riempie di passerotti che paurosi si sono nascosti tra le foglie, l’usignolo ha smesso di cantare e la lucertola si è nascosta chissà dove mentre le farfalle si sono allontanate dai gerani sul balcone.

Penso: “ passerà presto “

Maria, Maria…

È un bel pensiero, le ragazze quando usciranno dalla Messa mattutina s’inzupperanno e i loro bei vestitini si appiccicheranno ai loro corpicini.

Chissà Maria con i suoi fiori, forse sbocceranno, poi mi viene in mente che forse mi sono scimunito.

Maria, Maria…

Sono proprio innamorato, è un pensiero sul quale non mi ero troppo soffermato, ma si va delineando sempre più preciso, chissà dove mi porterà.

Improvvisamente decido di andare a fare il bagno in un mare leggermente burrascoso, la mia gioventù mi da la forza di sentirmi sicuro.

Mi metto il costume, lascio asciugamano e sigarette nella mia camera, sono le sette e venticinque.

Scendo per strada e mi avvio al sottopassaggio della via Aurelia che porta alla pietrosa spiaggia e i miei zoccoli fanno uno strano rumore sui sassi bagnati.

Anch’io sono tutto bagnato, ma non fa nulla.

 Quando sono in riva al mare, guardo con piacere le onde che s’infrangono sulla spiaggia e penso che non vi sarà nessun pericolo, poiché sono un forte nuotatore, sono giovane e mi sento immortale.

Il vecchio pescatore che mi osservava da una pergola, sotto la quale si era riparato per l’improvvisa pioggia, mi grida da lontano: ” Ma dove vai, non vedi che piove ?”.

Ed io rispondo con sicurezza: “ Tanto mi faccio una nuotata in mare, quindi mi bagnerei comunque, ma grazie lo stesso del consiglio”.

Lo sento mugugnare contro la gioventù moderna, ma lui non sa cosa mi passa in mente.

Maria, Maria…

 

 

   MARIA

 

 

   È quasi l’alba, da lontano sento il dolce sciabordio delle onde sull’acciottolato di una spiaggia formata principalmente da sassi e poca sabbia fine.

Dall’albero, che si staglia orgoglioso innanzi alla mia finestra, canta un usignolo mentre il rumore dei motori che rombano sull’autostrada che scorre dietro casa copre a tratti il dolce suono mattutino.

Mi rigiro nel letto senza la voglia di alzarmi e mi abbandono a una pigrizia consolatrice di giorni faticosi senza rendermi conto che è Domenica, ripenso alle lunghe ore di studio intenso e a tutto quello che ancora devo fare, a volte mi manca il coraggio di soffermarmi su alcuni passi ancora irrisolti, poi mi rendo conto che la lezione del mercoledì è sufficientemente lontana per appropriarmi della capacità necessaria.

 Sono le sei e quaranta, “I miei genitori dormono”, penso, poiché non sento alcun rumore giungere dalla cucina o dal bagno.

Mi alzo sonnacchioso ma curioso di vedere il nuovo giorno come si presenta e piano piano mi affaccio al balcone del nostro appartamento che ha la vista sul mare di Genova-Prà allo svincolo autostradale di Voltri e con piacere noto che le onde sono piccole e il sole si sta affacciando imperioso su quella superba visione marinara.

Da lontano le barche dei pescatori stanno lentamente rientrando e le eliche dei motori lasciano una spuma biancastra sulla quale si affollano alcuni uccelli di mare simili alle folaghe.

La vita sulla via Aurelia, che scorre lungo il litorale, si va via via animando dai lavoratori che si affrettano ai turni dell’Italsider o dell’Ansaldo-San Giorgio mentre altri mollemente si avviano a piedi verso casa stanchi della nottata trascorsa, qualche automobile sfreccia verso ponente e levante.

Il tram, che porterà al lavoro molte persone, stride sulle rotaie lucenti ai primi bagliori del sole.

Nessuno sulla spiaggia si prepara per fare il bagno mattutino, un vecchio pescatore sta ricucendo le reti che ormai hanno la sua età e lentamente aspira qualche boccata, tra un tiro di filo e l’altro, da una sigaretta arrotolata qualche momento prima.

La mia mente si sta vagamente svegliando e il piacere della gioventù sta prendendo il sopravvento sulla giornata che si presenta lucente e affascinante.

Un cane abbaia da lontano, un contadino sta organizzando il lavoro nel suo orto seguito da un bimbetto piagnucoloso che forse si aspettava qualche divertimento reso impossibile dalla situazione familiare di quella povera famiglia.

Una lucertola si sta godendo il sole in attesa di qualche bocconcino vicino alla ringhiera del mio balcone e le prime farfalle cavolaie con il loro colore bianchissimo svolazzano intorno ai gerani che mamma coltiva con amore.

Osservo con curiosità alcune giovani ragazze che scendono lungo la discesa di via Porrata e compiaciuto noto la biondina cui da qualche tempo faccio il filo, ma cautamente cerco di non farmi notare.

Penso che stiano per andare alla Messa del primo mattino poiché evidentemente hanno organizzato qualcosa per la giornata attuale.

Guardo l’orologio appeso al muro del salotto, sono quasi le sette e ancora non ho fatto progetti per la giornata, con Maria non ci siamo sentiti e comunque penso sia meglio, così non m’impegno troppo, siamo ancora abbastanza giovani da farlo seriamente, vedo il suo passo sicuro e spavaldo con un vestitino di cotone a fiori che mette in risalto le sue giovani forme armoniose e, le sue amiche, di cui alcune non conosco, formano una piacevole corona attorno a lei.

Maria, Maria …

Quanti sogni e quanti pensieri si affollano alla mente.

Le note della Sonata di Liszt si affollano confusamente alla mia mente e le parole del mio maestro mi risuonano felicemente: “ …si sente dal tuo modo di suonare che sei innamorato…”.

A volte penso: “ macché innamorato “ ma subito dopo mi pento di questo pensiero poco veritiero.

Maria, Maria…

Un pensiero mi viene in mente, quasi quasi vado a suonare il pianoforte, ma subito mi do del matto, a quell’ora della mattina, di Domenica poi!

Prendo una decisione repentina, mi vesto e vado a Messa anch’io, così ho la possibilità di incontrarla e… non si sa mai.

Maria, Maria…

Cerco qualcosa da mettermi di piacevole a vedersi, poiché penso alle ragazze che non conosco e non posso far fare brutta figura a Maria, ma non trovo niente a portata di mano.

Quasi disperato penso di svegliare mamma che con la sua premura ha sempre pronto qualche capo di abbigliamento, quanto mi serve, ma sono le sette di mattina, che devo fare?

Ci rinuncio e per consolarmi penso di andare a fare una nuotata mattutina per rinfrescare la mia mente che va lentamente annuvolandosi.

 Sento che il tempo estivo improvvisamente va cambiando e minacciose nubi scure si avvicinano velocemente dal mare che scintillava pochi minuti prima. Sono le sette e quindici, il tempo cambia improvvisamente e gli uccelli lanciano i loro strilli avvisando le persone che il tempo cambia, sembra che dicano: “ sbrigatevi, dunque vi bagnate tutti sotto un’improvvisa pioggia a gocce grosse che tra poco scenderà dal cielo annuvolato “.

Hanno ragione questi uccelli marinari, l’acqua improvvisamente cade a gocce grosse e l’aria si riempie di odori estivi.

Gli alberi lontani si piegano sotto un vento improvviso, è il maestrale che viene dal mare, ma non fa freddo poiché siamo d’estate.

Il mio albero vicino invece si riempie di passerotti che paurosi si sono nascosti tra le foglie, l’usignolo ha smesso di cantare e la lucertola si è nascosta chissà dove mentre le farfalle si sono allontanate dai gerani sul balcone.

Penso: “ passerà presto “

Maria, Maria…

È un bel pensiero, le ragazze quando usciranno dalla Messa mattutina s’inzupperanno e i loro bei vestitini si appiccicheranno ai loro corpicini.

Chissà Maria con i suoi fiori, forse sbocceranno, poi mi viene in mente che forse mi sono scimunito.

Maria, Maria…

Sono proprio innamorato, è un pensiero sul quale non mi ero troppo soffermato, ma si va delineando sempre più preciso, chissà dove mi porterà.

Improvvisamente decido di andare a fare il bagno in un mare leggermente burrascoso, la mia gioventù mi da la forza di sentirmi sicuro.

Mi metto il costume, lascio asciugamano e sigarette nella mia camera, sono le sette e venticinque.

Scendo per strada e mi avvio al sottopassaggio della via Aurelia che porta alla pietrosa spiaggia e i miei zoccoli fanno uno strano rumore sui sassi bagnati.

Anch’io sono tutto bagnato, ma non fa nulla.

 Quando sono in riva al mare, guardo con piacere le onde che s’infrangono sulla spiaggia e penso che non vi sarà nessun pericolo, poiché sono un forte nuotatore, sono giovane e mi sento immortale.

Il vecchio pescatore che mi osservava da una pergola, sotto la quale si era riparato per l’improvvisa pioggia, mi grida da lontano: ” Ma dove vai, non vedi che piove ?”.

Ed io rispondo con sicurezza: “ Tanto mi faccio una nuotata in mare, quindi mi bagnerei comunque, ma grazie lo stesso del consiglio”.

Lo sento mugugnare contro la gioventù moderna, ma lui non sa cosa mi passa in mente.

Maria, Maria…